'Bella la patria mia coi i suoi vigneti, / col suo vecchio Castello e suoi torrenti; / limpide son le sue fontane, e i venti / sospirano di amor per gli uliveti. / Di monti coronata e di querceti, / sfido l'ira dei nembi e dei potenti; / culla di forti, di impavidi ed ardenti / di martiri, di santi e di poeti'. Così il poeta Antonio Julia descrive la sua città, Acri.
Tre colli sono il simbolo araldico e lo spazio su cui si estende Acri. Il centro urbano, nella parte più antica, domina la valle del Mucone e la valle del Crati e da qui la vista si perde verso le alte cime della catena del Pollino. L'origine della città è antichissima. Le bellezze naturali e i caratteristici vicoli, le antiche chiese, sono tra le attrazioni principali come il santuario del Beato Angelo a cui è intitolata la basilica, che si trova nell'antico rione dei Cappuccini.
La città ha dato i natali a tanti letterati, tra questi il più noto è Vincenzo Padula, a cui è dedicata l'omonima Fondazione. Ma la cittadina è stata anche la patria dei garibaldini fratelli Sprovieri e di Vincenzo Julia Acri (1838-1894), poeta e filosofo di idee liberali, fu sospettato di cospirazione antiborbonica e fece parte del "Vernacolo di Acri".
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Gli amanti della natura partendo da Acri possono scoprire il fascino dell'altopiano silano con il suo ricco patrimonio di bio-diversità. La Sila è infatti caratterizzata da alberi di varia specie: dal castagno, al pino laricio, al faggio ed è ricca di piante officinali e fiori. Per quanto riguarda la fauna, si possono incontrare diverse specie animali: la poiana, il gufo reale e il cosiddetto "re della Sila", il lupo.
Acri è nota per la sua tradizione culinaria, conosciuti in tutta la regione sono piatti come "fusilli con carne di capra".