Spezzano Albanese
Un tour virtuale, multimediale e multilingue per navigare tra edifici d'arte della Calabria, spostandosi a 360° e zoomando su ogni particolare. Si tratta di una modalità creativa per invitare il pubblico di Internet, a scoprire la bellezza di siti non sempre noti ma interessanti quanto le destinazioni indicate nelle maggiori guide turistiche.
Spezzano Albanese, paese di etnia, cultura e lingua arbëreshë (italo-albanese), è situato sulla cima di una collina che domina la piana di Sibari e la valle dell’Esaro. Di origini antiche, documenta ritrovamenti risalenti all’Età del Ferro, alcune necropoli ed una torre circolare chiamata Torre Mordillo. Un secondo sito archeologico, Torre Scriba, mostra i resti di un insediamento militare normanno, ma la conformazione e la cultura attuali del paese risalgono ad un periodo più tardo e sono conseguenza di una massiccia immigrazione di popolazioni provenienti dal sud dell’Albania. Attorno al 1470, infatti, molti Albanesi arrivarono in questi territori fuggendo all’invasione della loro Nazione, iniziata, a quei tempi, dai Turchi Ottomani.
Il paese, preesistente all’arrivo dei profughi albanesi e nominato “Casale di Spizzano”, ricadeva nei territori del feudo Sagitta dei principi Sanseverino. Il nucleo abitativo si sviluppava principalmente attorno alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, importante centro di spiritualità, espandendosi poi progressivamente verso l’alto della collina.
Agli inizi del XVII secolo il paese fu interessato ad un’espansione demografica al seguito della quale nacquero numerosi altri centri ecclesiastici, tutti, per influenza della cultura albanese, di rito ortodosso. Il rito greco fu abbandonato solo a seguito di interventi drastici e violenti, voluti dal nuovo principe Spinelli di Cariati. Egli, infatti, non potendo approvare le immunità del clero ortodosso, impose all’arciprete Nicola Basta di accettare il rituale latino. Al suo rifiuto, l’arciprete venne rinchiuso, torturato e infine assassinato nel Castello di Terranova. Il rito fu ufficialmente modificato a latino nel 1668, per disposizione della Santa Sede.
In epoca napoleonica Spezzano Albanese fu liberato dal feudalesimo e, sempre agli inizi del XIX secolo, divenne capoluogo del Mandamento, ampliando i suoi confini, acquisendo nuovi uffici pubblici e accogliendo il passaggio della nuova strada “Consolare delle Calabrie”, l’attuale Statale 19, voluta dal re di Napoli Gioacchino Murat. Tale strada fu decisiva per lo sviluppo del paese, che accrebbe in modo significativo il proprio benessere e la propria economia.
Attualmente Spezzano è centro importante di tutela della lingua albanese in Italia. Con l’entrata in vigore del Regolamento d'attuazione della legge 482/1999, infatti, le istituzioni si sono impegnate a conservarla e a valorizzarla, consentendone l’utilizzo, sia scritto sia orale, anche nei rapporti con le pubbliche amministrazioni.